‘Noi non ci stiamo!!’ dietro queste parole migliaia di persone tra cui operai, cittadini e studenti, hanno sfilato per le vie di Terni fino in piazza della Repubblica dove dal palco si sono susseguiti gli interventi dei lavoratori e dei leader sindacali di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Luigi Angeletti e quello della Fim Cisl, Giuseppe Farina.
“Il problema è capire se il governo vuole davvero assumere la prospettiva e il futuro di questo stabilimento come un impegno di politica industriale da perseguire anche esercitando le funzioni di politica estera”, già con lo sciopero a Terni del giugno 2013 i sindacati chiesero al governo, ha ricordato Camusso “di intervenire sia con la Commissione europea sia con il governo tedesco”.
“Da Terni a Taranto – ha proseguito il segretario generale della CGIL dal palco in Piazza della Repubblica -, forse il governo non si è accorto che tutta la siderurgia è in grande difficoltà”, per questo “a tutti i metalmeccanici diciamo che sarebbe bene andare allo sciopero generale del settore”. Camusso rivolgendosi al Governo ha aggiunto “non c’è una politica industriale per il Paese se non c’è una politica della siderurgia, un’idea del settore, una siderurgia che funzioni”.
Il Segretario Generale della CGIL facendo riferimento alla riapertura del tavolo a Palazzo Chigi sull’Ast: “vogliamo dire al governo che a quell’incontro ci andremo con tutti i lavoratori dell’acciaieria, che la trattativa si farà con i lavoratori”. Per la leader Cgil “la convocazione delle parti non può significare che il governo si limiti ad ascoltare l’azienda”.
E rivolgendosi ancora al governo, Camusso ha chiesto: “la darà anche all’Ast la riduzione dell’Irap? E invece di dire che dà alle aziende la facoltà di licenziare, dovrebbe dire cosa vuol fare per mantenere l’industria nel nostro Paese. Perchè – ha isnsistito – il governo non chiede all’Ast di fare contratti di solidarietà? Sarebbe uno strumento per sostenere una fase di ampliamento del piano industriale mentre sembra invece prevalere l’idea del progressivo smantellamento dell’acciaieria. Noi non lo permetteremo” ha concluso Camusso.