In particolare Sorrentino sottolinea che dalle rilevazioni “emerge un aspetto significativo, cioè che il legame tra inattivi e disoccupati è direttamente proporzionale”: i primi a giugno sono 131 mila in meno rispetto allo stesso mese del 2014, e i disoccupati nello stesso periodo sono aumentati di 85 mila unità, segno della crescita di partecipaizone al mercato del lavoro. “Questo – afferma la dirigente sindacale – dovrebbe indicare al governo che occorrono vere politiche attive”. A tal proposito ricorda che “ieri è stato sottoscritto l’accordo con le Regioni sul nuovo modello di Agenzia per le politiche attive, ma nulla si dice su cosa sia chiamata a fare questa nuova struttura e, soprattutto, non ci sono risorse”. “Per contrastare la disoccupazione, soprattutto quella giovanile – continua – occorrono posti di lavoro e politiche di orientamento e formazione: quelle politiche attive che mancano nel Jobs act e che non possono limitarsi a una dote di ricollocazione per chi esaurisce la Naspi che non si sa bene né cosa sarà né come funzionerà”.
“Più complesso – spiega il segretario confederale della Cgil – il dato sugli occupati, che mostra oscillazioni mensili (ad aprile + 0,6%, a maggio – 0,3%, a giugno – 0,1 % ma + 0,1 nel trimestre) in particolare per l’occupazione giovanile, che si conferma quindi instabile e di breve durata”. “Neanche in questo il Jobs act dà risposte – sostiene – ma il governo è ancora in tempo a modificare radicalmente i decreti non ancora emanati, in particolare quello sugli ammortizzatori e sulle politiche attive”. “E guardando alla prossima legge di stabilità – conclude Sorrentino – l’esecutivo, per una volta, compia una scelta per il Paese e non per un pezzo di interessi: smetta di dare soldi a pioggia alle imprese e finanzi un piano per il lavoro che crei occupazione in particolare giovanile, sblocchi da subito il turn over nella PA e faccia politiche di investimento legate alle nuove assunzioni”.