» La Cgil presenta la campagna – FOTO – Le proposte
“Il nesso tra crescita del profilo culturale della popolazione e la qualità del lavoro è un fattore determinante per lo sviluppo economico e civile del Paese, come sosteniamo nel Piano del Lavoro. Per questo è necessario innalzare il livello delle competenze degli italiani e migliorare il rapporto tra scuola e lavoro”. Così Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil, illustra il punto di partenza delle proposte del sindacato sul tema della scuola lavoro.
Per la confederazione di corso d’Italia scuola e lavoro sono ‘le chiavi del futuro’, come recita lo slogan della nuova campagna, e come sottolinea Fracassi “devono essere al centro di una strategia finalizzata a invertire davvero la rotta delle politiche di svalorizzazione dell’occupazione e di impoverimento dei sistemi della conoscenza”. “Innalzamento dei livelli di istruzione e obbligo scolastico a 18 anni, contrasto alla dispersione scolastica, sviluppo dell’apprendimento permanente sono scelte prioritarie per vere politiche di cambiamento in cui prevalga una visione a medio e lungo termine e non la ricerca del consenso immediato”, spiega la dirigente sindacale.
“Gli obiettivi di Europa 2020 relativi al raddoppio dei laureati (per raggiungere il 40 per cento dei 25-34enni) e degli adulti in formazione (per raggiungere il 15 per cento dei 25-64enni) devono guidare le azioni di cambiamento dei sistemi della conoscenza”. “Obiettivi – continua la sindacalista – che devono essere sostenuti da una legge quadro per il diritto allo studio sia scolastico che universitario, in grado di contrastare l’esclusione dall’accesso al sapere derivante dal crescente impoverimento della popolazione”.
“In questo quadro si collocano le idee per migliorare l’interazione tra scuola e lavoro. Nel nostro Paese – sostiene Fracassi – troppe imprese non valorizzano il sapere dei giovani e non investono nella formazione dei lavoratori, ma un nuovo rapporto tra scuola e lavoro è indispensabile per promuovere l’innovazione e rilanciare la crescita dell’economia”. Per il sindacato di corso d’Italia “occorre innanzitutto superare l’attuale canalizzazione verso i percorsi più orientati al lavoro dei giovani con maggiori difficoltà di apprendimento e realizzare una effettiva pari dignità culturale tra i diversi percorsi formativi”. Per questo, spiega la dirigente, “la Cgil propone il biennio unitario e orientativo della secondaria superiore, il potenziamento dell’educazione all’orientamento in tutto il percorso di istruzione e il rilancio dell’istruzione e formazione professionale regionale, nell’integrazione con l’istruzione e nella formazione post-scolastica”.
Altre proposte della confederazione, come riassume il segretario nazionale, riguardano “la diffusione e la qualificazione delle attività di alternanza scuola lavoro in modo progressivo in tutti i percorsi della scuola secondaria; la generalizzazione della didattica laboratoriale; lo sviluppo dei poli tecnico-professionali; la promozione della capacità formativa delle imprese per sostenere le esperienze di apprendimento in contesto lavorativo; il potenziamento dell’istruzione tecnica superiore; la valorizzazione della partecipazione delle parti sociali”.
Le sei proposte della Cgil:
1. Orientamento: costruzione del sistema nazionale dell’orientamento permanente e introduzione di possibilità formative orientative ed elettive in tutto il percorso scolastico.
2. Apprendere per il lavoro: superamento della gerarchizzazione dei percorsi e della canalizzazione precoce attraverso un biennio unitario e orientativo al termine del primo ciclo di istruzione. Costruzione di un’area unitaria tecnico-professionale che superi le attuali sovrapposizioni e duplicazioni. Revisione dei regolamenti Gelmini e diffusione della didattica laboratoriale. Riforma e rilancio della formazione professionale in integrazione e nei percorsi post-scolastici. Sviluppo dei poli tecnico-professionali per coordinare l’offerta formativa per il lavoro, sostenere le esperienze di alternanza, rafforzare i servizi di supporto e accompagnamento.
3. Generalizzare l’alternanza scuola lavoro, la laboratorialità e l’innovazione: esperienze di alternanza scuola-lavoro in tutte le filiere della scuola secondaria a partire dal terzo anno. Potenziamento della didattica laboratoriale. Percorsi formativi in alternanza co-progettati in relazione allo sviluppo della capacità formativa delle imprese (standard idonei, precisi e vincolanti). Diritti e garanzie per gli studenti inseriti in esperienze di apprendimento in contesti lavorativi. Formazione certificata e vincolante dei tutor aziendali. Supporto dei poli tecnici e professionali per le piccole imprese.
4. Riconoscimento delle competenze: certificazione e spendibilità di tutte le competenze apprese nei contesti di vita e di lavoro. Realizzazione del sistema pubblico nazionale di certificazione delle competenze previsto dalla legge 92/2012.
5. Il sistema degli istituti tecnici superiori: Potenziamento degli ITS attraverso maggiore connessione alle politiche di sviluppo economico e valorizzazione come laboratori permanenti di tecnici di lungo periodo. Maggiore raccordo con la ricerca, costruzione di reti multiregionali, misure di accompagnamento alla mobilità territoriale degli studenti.
6. La partecipazione delle parti sociali per cambiare davvero: Sedi stabili nazionali e territoriali per definire e aggiornare le qualificazioni professionali, assicurare la congruenza nel mondo del lavoro, definire gli indirizzi, la programmazione e la valutazione delle attività formative in alternanza.