Si è svolto il giorno 9/10/2014 presso l’ANITA di Roma l’incontro con la Società, convocato dalla stessa per proporre soluzioni di ricollocazione degli esuberi strutturali tra il personale viaggiante e
per cercare di risolvere la vertenza in atto. Le OO.SS. e la RSU, presenti al tavolo, hanno lasciato illustrare il piano di ricollocazione all’Azienda, che qui vi sintetizziamo brevemente. Agli attuali 110 esuberi (scesi dal numero di 120 per imprecisate ricollocazioni esterne) l’Azienda vorrebbe proporre:
– 43 ricollocazioni esterne, di cui 35 con mansione di autista in SAAD, azienda di trasporto pubblico
persone provinciale di Bolzano, con contratto a tempo indeterminato e 8 sempre con mansione di
autista presso la MIRALOG di Torino, azienda di trasporto merci;
– 17 ricollocazioni interne nelle altre divisioni con mansioni varie che spaziano dalla portineria/guardiania all’attività logistica di magazzino;
L’Azienda, senza essere in possesso peraltro di nessun riscontro di estratto contributivo, ha dichiarato di avere riscontrato che almeno 20 lavoratori, avendo 59 anni di età anagrafica, potrebbero andare in pensione, mentre gli ultimi 30 potrebbero essere incoraggiati ad uscire con la mobilità volontaria e incentivata, possibilmente prima dell’entrata in vigore della Legge Fornero (31/12/2014), che riduce di un anno l’attuale possibilità di percepire la mobilità per i lavoratori sopra i 40 e 50 anni.
A questa proposta complessiva le Segreterie Nazionali e la RSU hanno risposto con decisione “NO”.
No, perché non si può accettare che Arcese, una tra le aziende madri dell’autotrasporto in Italia,
dismetta completamente la divisione del trasporto via strada delle merci conto terzi.
No, perché i lavoratori in questi ultimi 5 anni hanno sacrificato quote di salario, sostituite da ammortizzatori sociali di vario titolo, solo con l’obbiettivo di salvaguardare l’attività, in attesa di
momenti di ripresa; per arrivare ad oggi dove l’Azienda dichiara di voler chiudere 3 piazzali su 4 e
lasciare, al momento, solo circa 50 autisti diretti, dove l’Azienda altresì dichiara che utilizza in Italia regolarmente la normativa del Cabotaggio, per effettuare i trasporti nel Paese con un costo del lavoro complessivo e fiscale di miglior favore.
Alla luce di tutto questo le Segreterie Nazionali confermano lo stato di agitazione di tutto il personale e dichiarano che si attiveranno anche attraverso le istituzioni e il Governo per denunciare la dismissione di un’attività economica in favore di un libero mercato europeo, che produce soltanto concorrenza sleale e moderna schiavitù per gli autisti provenienti dai Paesi dell’Est, che vivono praticamente la loro vita tra la cuccetta di un camion e il loro sedile di guida.
Roma, 9 ottobre 2014
La Segreteria Nazionale
INTERROGAZIONE Fregolent Arcese