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Manifestiamo forte preoccupazione per l’assenza di un confronto approfondito con la Società Trenitalia per porre fine alle innumerevoli criticità lavorative segnalate dal Sindacato. Registriamo, invece, a margine degli ultimi incontri svolti, l’intenzione della Dirigenza Aziendale di non entrare nel merito del confronto, ma di limitarsi a dare al Sindacato rassicurazioni verbali, puntualmente disattese da conseguenti atti unilaterali messi in atto dalla Società, tra i quali:
modifiche organizzazione degli orari dei turni di lavoro; corresponsione assegni ad personam; modifiche turnazione ferie estive; forzature normative; modifiche reticolo impianti.
Sono confermate tutte le nostre preoccupazioni, più volte denunciate, rispetto all’indeterminatezza di riferimenti precisi sul futuro e lo sviluppo dell’Azienda, a causa di un confronto sul Piano di impresa mai decollato.
C’è grande apprensione per il futuro del settore della Manutenzione Rotabili e della volontà Aziendale di ridurre il reticolo manutentivo, così come preoccupante è il ritardo dell’attuazione di nuovi investimenti, in alcuni casi fermi dal 2018, necessari a riammodernare e rendere adeguate le officine per manutenere il nuovo materiale rotabile oggi in circolazione e nell’acquisto di nuovi macchinari. Tutto questo, mentre assistiamo, a causa di una mancata pianificazione delle attività, ad importanti lavorazioni affidate ad aziende esterne. La riorganizzazione del servizio IC non sembra avere raggiunto gli obiettivi prefissati dalla Società e ad oggi ci risulta che il prodotto abbia maturato una perdita economica rilevante. Il materiale rotabile vetusto, l’inspiegabile blocco delle assunzioni turnover 2022 ed il continuo rinvio delle scadenze manutentive delle carrozze rendono insostenibili le condizioni di lavoro dei lavoratori impiegati nel prodotto. Anche il confronto a livello regionale non ha dato i risultati auspicati e si continuano ad ignorare le richieste, avanzate dalle Segreterie Regionali, di adeguare gli organici alle reali esigenze produttive in termini di produzione treni, sportelli di vendita/assistenza, target manutentivi. Inoltre, l’immobilismo della Società in particolare modo nel servizio a mercato, sta scaricando, a fronte di un incremento dei costi fissi legati al caro energia, ai rincari delle materie prime e del pedaggio, con l’intento di generare sopravvenienze attive, tutte le tensioni sul costo del lavoro, peggiorando le condizioni di lavoro sia dei ferrovieri che di quelli delle ditte appaltatrici di pulizia e di ristorazione.